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Convento S. Maria del Cengio

Il Cengio

Talitha Kum

Casa dei Sentieri

Eremo S. Maria

Servi di Maria

Riflessione sull’acqua di fra Ermes Ronchi

Data: 14-04-2023, in Casa dei Sentieri

In occasione del pellegrinaggio ecologico del Lunedì dell’angelo 2023

Pubblichiamo di seguito, a cura della Casa dei Sentieri e dell’Ecologia Integrale, la meditazione che fra Ermes Ronchi ha tenuto sul ponte di santa Maria del Cengio, a Isola Vicentina, in occasione del pellegrinaggio votivo che ogni anno, il lunedì dell'Angelo, le comunità dell'Unità pastorale del paese e l'Amministrazione comunale organizzano. Si tratta di un evento che fa memoria dell'Affidamento della comunità religiosa e civile alla Madonna del Rosario, deliberato il 27 aprile 1647, durante l'invasione dei "bromboli", insetti che devastavano i raccolti, gettando la zona nella fame e nella miseria.

Mi appoggio non su cifre, ma su san Francesco:

Laudato si’ mi Signore per sora acqua,

la quale è molto umile e preziosa e casta.

Ma noi non ne siamo consapevoli, non c’è la coscienza.

Siamo, in Europa, il popolo che consuma e spreca più acqua.

A noi l’acqua sembra una cosa ovvia, sembra che ce n’è per tutti, che non finirà mai. Non ci accorgiamo di lei se non quando manca.

Apri il rubinetto e scorre quanto a lungo vuoi, è a portata di mano, di bicchiere, di sete: non devi fare chilometri a piedi per trovarla, come tanti altri nel mondo.

Ma basta qualche mese senza pioggia, la siccità, e si muovono i governi e i popoli. La crisi idrica oggi è planetaria, è causa di fame e violenza, conflitti e migranti. Desertificazione e morte.

E capiamo che l’ecologia non è capriccio o moda culturale, ma questione di vita o di morte.

Dacci oggi la nostra acqua quotidiana, prega l’amico Vescovo Servo di Maria, Luis Infanti. Dovremmo tutti pregare così: dacci, perché l’acqua non è un diritto, è un dono. 

Non è tua l’acqua, non sei tu il padrone dell’acqua, non la fabbrichi tu, non c’è nessuna fabbrica d’acqua nel mondo, è un dono, puro dono. Offerto dalle nuvole del cielo, dalle sorgenti della montagna, dalle falde sotto terra.

Laudato si’ per sorella acqua, la quale è così preziosa.

Tutte le attività umane hanno bisogno dell’acqua, tutte, noi stessi siamo fatti al 70% di acqua.

L’acqua può fare a meno di noi, ma noi non possiamo fare a meno dell’acqua.

Origine della vita. Precede la creazione: lo Spirito si librava sulle acque, che sembrano già lì da sempre. Materia prima del pianeta.

Acqua preziosa e benedetta. Le cose non sono sante perché sono benedette. Ma sono già sante e perciò degne di ricevere la mia benedizione. Io non benedico questo torrente, il torrente è lui benedizione per noi.

Dio che fai vivere e santifichi l’universo, preghiamo alla messa, e santifichi anche sorella acqua: che è viva e benedetta. Che bello se sentissimo la santità dell’acqua, uscita intatta dalle mani di Dio, sorella vergine.

Guardiamo giù dal ponte sotto il convento di S. Maria del Cengio per un momento: le acque vanno calando. Da mesi? No, da anni, da decenni: è il degrado dell’acqua, l’impoverimento. Il torrente adesso è poco più che un pianto, è rimasto un rivolo d’acqua, poche gocce, lacrime.

Racconta p. Nando che da bambino andava a pesca di marsoni con la forchetta, sotto i sassi della Giara (corso d’acqua che attraversa isola Vicentina n.d.r.) , tanti ce n’erano, e adesso, a poche decine di metri da qui il fiume è una pietraia senza vita.

Ascoltiamo per un momento il canto di quest’acqua, come stanotte alla Veglia, è una preghiera: stamattina in tutto il mondo, nelle chiese, si è pregato così:

fonti e sorgenti lodate il Signore,

fiumi e mari, piogge e rugiada,

ghiacci e nevi, lodate il Signore.

La bibbia ci dà la sveglia, mi scuote e mi dice che l’acqua prega. Che è mia sorella, nella preghiera che si alza da tutte le creature.

E tutto il creato è un atto d’amore sussurrato.

Prendersi cura.

Se non la sentiamo sorella, l’acqua, sorellina da amare, non ce ne prenderemo cura mai. La senti sorella e allora Non butti, non sporchi, non avveleni l’acqua, non la soffochi di detersivo o di plastica. Ma ne diventi custode.

Caino domanda a Dio: sono forse io il custode di mio fratello? Sì, tu sei custode, lo sei per tuo fratello Abele e per tua sorella acqua, unica è la custodia.

Se non custodisci Abele diventi fratricida, non c’è una terza via. Se non custodisci l’acqua, sporchi la sua castità, la sua santità.

Non c’è alternativa. Sprechi e inquini e butti via.

Se invece ti innamori, come san Francesco, cambi atteggiamento.

Nessuno ti multa se fai scorrere ettolitri d’acqua nella tua vasca e la sprechi; la bolletta si alza un po’, ma non sono dieci euro che ti fanno cambiare. Solo ciò che viene dal cuore cambia stili di vita.

Neanche la paura di catastrofi, ma solo l’amore.

L’acqua è sorella preziosa e sta male, da anni, chiede le mie cure:

chiudi il rubinetto quando hai riempito il bicchiere,

quando ti lavi i denti, quando ti insaponi nella doccia,

attento con la lavastoviglie, non buttare porcherie nella terra, non veleni nell’acqua. Piccoli gesti che non salvano la terra, ma salvano me, e poi diventerò capace di  cose più grandi.

L’impegno è di guardare l’acqua con gli occhi di Francesco, come sorella preziosa, pura e benedetta: e non sporcarla, non inquinarla, quando neppure ti accorgi della sua esistenza, tanto è umile. Ma più una cosa è umile, più è naturale; più è naturale più è divina, vicina a Dio.

Umile sorella minore, che non chiede niente e dona tutto.

Sarebbe bello se fossimo capaci di ringraziarla:

grazie perché ci fa vivere

grazie per il suo canto umile,

e grazie per la frescura che dona

e grazie perché ti lascia pulito,

e grazie per la fecondità dei campi, del vigneto e dell’oliveto

e grazie perché è viva e fa vivere, e senza non c’è vita.

Noi sprechiamo le nostre meraviglie quotidiane. Solo uno stupore nuovo ci cambia il cuore e le mani.

L’acqua è una quotidiana, piccola lezione di meraviglia,

salviamo lo stupore per questa sorella umile e indispensabile,

pura e preziosa, voce che prega con noi e per noi.

Prendiamoci cura di lei e lei si prenderà cura della bellezza e della fioritura della vita.

fra Ermes Ronchi