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Frammenti di luce

Data: 03-03-2023, in Commenti al Vangelo

II di Quaresima - 5 marzo 23 - fra Ermes Ronchi

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui (...)Matteo 17, 1-9

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FRAMMENTI DI LUCE

Sali sul monte per vedere, come fosse un premio alla tua fatica, e ne scendi rimandato all'ascolto, meno gratificante e tuttavia profetico, che ci porta l’eco dell'ultima parola sul monte della visione: ascoltate lui.

Dalle tentazioni (I domenica) alla trasfi­gurazione (II domenica) : da polvere e cenere, ai volti vestiti di sole. Dal deserto di pietre e violenza, dalla guerra incessante del predatore di turno, al monte della luce e della pace, al solo luogo, il silenzio, dove è possibile l’ascolto.

Gesù prende con sé Pietro, Giovanni e Giacomo, i primi chiamati, e li porta con sé su di un alto monte, là dove la terra s'innalza nella luce, dove nascono le acque che fecondano la vita. I monti sono degli indici puntati verso il mistero del cosmo, ci raccontano che la vita è ascensione e fame di verticalità, incalzata da una forza di gravità celeste.

“E là si trasfigurò davanti a loro”, brillò come il sole, con le vesti a riflettere il suo cuore di luce. L'esclamazione stupita di Pietro: che bello qui, non andiamo via!... è propria di chi ha sbirciato per un attimo dentro il Regno. Non solo Gesù, il suo volto, le sue vesti: là sul monte ogni cosa è illuminata. Per dire a tutti noi che il deserto non vincerà, che ce la faremo. Insieme.

Una luce che i tre dovranno custodire per il giorno più buio, quando quel volto sarà colpito, sfigurato, oltraggiato. Nel colmo della prova, un filo terrà legati i due volti di Gesù: quello che ora gronda di luce, e quello che stillerà sangue. Ma anche allora, alla fine verrà la vita. «Sulla croce già respira, nuda, la risurrezione» (A. Casati).

“Ha fatto risplendere la vita”, scrive Paolo al suo amico Timoteo nella seconda Lettura. Come un sole che immette nel mondo frammenti di stelle, che dona bellezza all'esistenza. E che dispensa sogni e canzoni nuove al nostro peregrinare, e ci regala la gioia di credere in questo Dio, fonte inesausta di canto, forza mite e possente che preme dentro per aprire su di noi finestre di cielo!

E noi, che siamo gocce di luce custodite in gusci d'argilla, come possiamo spianare la strada alla vita? La risposta è offerta dalla nube e dalla Voce: è mio figlio! Ascoltatelo! Il primo passo per essere contagiati da Dio è l'ascolto, dare tempo e cuore al suo Vangelo. Quel Dio che non ha volto, ha invece Parola, che scompare dietro quella di suo figlio: ascoltate lui!

Sali sul monte per vedere, come fosse un premio alla tua fatica, e ne scendi rimandato all'ascolto, meno gratificante e tuttavia profetico, che porta fino a noi l’eco dell'ultima parola sul monte della visione: ascoltate lui.

I tre sono saliti per vedere e si ritrovano ad ascoltare una Voce, discepoli come noi di una bella notizia: una goccia di luce è nascosta nel cuore vivo di tutte le cose. Cristo ha fatto risplendere la mia vita. È venuto nella mia e in quella del mondo intero, e non se n'è più andato.

E beati coloro che hanno il coraggio di essere luminosi nello sguardo, nel giudizio, nel sorriso. Davvero è bello per noi stare lì, con loro, come fu per Pietro e il suo sogno di tre capanne sul monte di luce.

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