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Nella casa del fuoco

Data: 01-12-2022, in Commenti al Vangelo

Domenica 4 dicembre - II di Avvento - p. Ronchi

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». (...) Matteo 3,1-12

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NELLA CASA DEL FUOCO

Solo là dove sono le mie radici, dov'è il mio fuoco, là dove io decido, dove la vita è più vita, viene il Signore.

Due voci nel deserto di Giuda: Giovanni e la fede a caro prezzo, I­saia e la poesia di un mon­do incantato; Giovanni e l'impegno necessario, Isaia e il dono immeritato. Come i due profeti, ogni cristiano vi­ve di grazia e di impegno, di realtà e di poesia.

Con le sue immagini irruen­ti Giovanni non vuole lan­ciare minacce sulla nostra fatica di credere, né semina­re paure. Il profeta sa bene che la paura non libera dal male, lo capirà bene, rinchiuso a Macheronte; sa che non sarà la paura a fare del leone un mangia­tore di erba, a edificare la ca­sa comune per il lupo e per l'agnello. È altra la forza che cambia il cuore, mai la pau­ra.

Il vangelo tratta di tre annunci in uno e, tra tutte, la parola più calda di speranza è l'aggettivo «vicino». Dio è vicino, è qui; la prima buona notizia è che il Pellegrino eterno ha camminato, ha consumato il suo Esodo e ora è vicinissimo a te. 

Dio è accanto, si stringe a tutto ciò che vive, rete che raccoglie insieme il lupo e l'agnello, il leone e il bue, il bambino e il serpente (parola di Isaia); ucraino e russo, arabo ed ebreo, musulmano e cristiano, per una nuova architettura dei rapporti umani. Il regno dei cieli è la terra come Dio la sogna. Non si è ancora realizzata? Non importa, il sogno di Dio è più vero della realtà, la contesta e la attraversa, forza che fa partire.

Convertitevi, ossia osate la vita, mettetela in cammino, e non per eseguire un comando, ma per una bellezza, per una seduzione. Ciò che converte il freddo in calore non è un ordine, ma la vicinanza del fuoco: stare vicino a me è stare vicino al fuoco (Vangelo a­pocrifo di Tommaso). Ciò che toglie le ombre dal cuore non è un divieto, ma una lampada che si accende, un raggio, una stella, uno sguardo. Convertitevi: giratevi verso la luce, perché la luce è già qui.

E noi, noi che proclamia­mo la pace, in realtà la cer­chiamo per amore della pa­ce o per paura della guerra?

Solo là dove sono le mie radici, dov'è il mio fuoco, là dove io decido, dove la vita è più vita, viene il Signore. E­gli non è solo l'ultima risor­sa quando non ho più risor­se. Viene nella bellezza, nella passione d'amore, nel­la fedeltà al dovere, nel co­raggio di sperare, quando accetto la sproporzione tra ciò che mi è promesso (il lu­po e l'agnello che dimorano insieme) e ciò che tengo tra le mani.

Convertitevi, dice l'ultimo profeta, Giovanni. E fa appello non al­la forza di volontà, ma alla nostra capacità di ascoltare l'altro profeta, il semi­natore di sogni, Isaia. Ma soprattutto fa appello al venire di Cristo. Non si tor­na indenni dall'incontro con il Signore, che è vento, luce, falce nei prati, radice, spi­rito, fuoco, grazia a caro prezzo, conversione. Davvero im­possibile amarlo impune­mente (Turoldo), senza pagarne il prezzo in moneta di vita. Non si torna indenni dall'incontro col fuoco.

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