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Servi di Maria

Scommesse controcorrente

Data: 10-02-2022, in Commenti al Vangelo

13 febbraio 2022- p. Ronchi

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla (...) da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell'uomo (...)». Luca 6, 17.20-26

commento per i social

SCOMMESSE CONTROCORRENTE

L'uomo è un mendicante di felicità, che ad essa soltanto vorrebbe obbedire. Gesù, incontrando il nostro desiderio profondo, gli risponde.

Le beatitudini raccontano Dio che scommette su coloro sui quali la storia mai scommetterebbe: i piccoli, gli affamati, i piangenti, i rifiutati. Come Gesù nella sinagoga di Nazaret, quando rivela la lieta notizia a poveri, oppressi, ciechi, prigionieri.

L'uomo è così, un mendicante di felicità che ad essa soltanto vorrebbe obbedire. Gesù lo sa, e incontrando il nostro desiderio profondo, gli risponde.

Beati voi poveri. Beati voi che piangete. Parole che mi lasciano disarmato. Che scendono come una spada, come rovente linea di fuoco nel mio cuore diviso.

Il luogo dove risiede la felicità è Dio. Ma il luogo dove Dio risiede è sempre la croce, dentro le infinite croci dell'uomo. E ancora una volta Dio fa ripartire il suo Adamo da un pugno di polvere.

Beati, perché? Perché è cosa buona soffrire? No. Beati voi, perché vostro è il Regno, qui e adesso, perché avete più spazio per Dio, perché avete il cuore libero, da gettare al di là delle cose. Perché c'è più futuro in voi, perché il vostro è un cuore affamato di oltre.

Beati i poveri, che non avendo cose non hanno nulla da perdere, e donano se stessi; che sono al tempo stesso mano che chiede e mano tesa che dona, in un circuito pulsante di vita. Beati, perché è con voi che Dio cambierà la storia, e non con i potenti! Con voi, piccole anfore piene di pezzi di cielo e di futuro.

Ma guai a voi, ricchi. Mi sembra di vedere Gesù girarsi lentamente verso di loro. Mi inquieta, quel suo “guai”. Ma Dio non maledice, la sua è la tristezza del padre in ansia per la sua creatura. Guai è un lamento, il compianto su quelli che confondono superfluo ed essenziale, che si aggrappano alle cose rubando spazio all'eterno e all'infinito, che sono senza sentieri nel cuore.

È un appello accorato, quello di Gesù: la vostra vita è senza frutto.

Il mondo non avanzerà per chi accumula, la terra non fiorirà dalle mani di chi non offre almeno un po’ di sé. Chi è sazio non crea, si difende, e dalle sue mani fiorirà solo altra fame.

Attenti voi ricchi, state sbagliando strada perché le cose sono tiranne, idoli che divorano pensieri e affetti. Diceva Madre Teresa: ciò che non serve, pesa! E la gioia non viene dal possesso, ma dai volti.

E io? Io ho capito che un uomo vale non per il suo successo, ma per il suo cuore? «Io ho commesso un solo peccato serio, quello di non essere felice» (A. Merini). 

La beatitudine di chi si mette al seguito di Gesù, sarà fare come Dio: donare e sfamare, consolare e accogliere, smascherare l'idolo della ricchezza. Sarà una vita sempre povera, affamata d’oltre e marginale; eppure, al contempo, sempre ricca, piena, vibrante, appassionata. Un modo controcorrente di essere uomini.

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