Domenica 3 ottobre 21 - p. Ermes Ronchi
In quel tempo, alcuni farisei (...) per metterlo alla prova domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall'inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto» (...). Marco 10, 2-16
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INGENUO BELLISSIMO SOGNO
Non c'è nessuno che basti a se stesso. Niente fra le cose, neanche il paradiso ci basta. La lieta notizia è che l’amore è possibile, che può durare oltre, che è capace di un sogno che non svanirà all’alba.
Una domanda trabocchetto: è lecito o no a un marito ripudiare la moglie?
Chiaro che sì, è pacifico, la tradizione religiosa e la stessa Parola di Dio lo legittimavano.
I farisei conoscono bene la legge di Mosè; sanno però che esiste un conflitto tra norma e vita e molto dolore tra le donne ripudiate, e mettono Gesù in questa strettoia tra il sabato e l’uomo: starà con la legge o con la persona?
Simone Weil lo dice in modo luminoso: «Mettere la legge prima della persona è l'essenza della bestemmia». E la Bibbia vuole cuore e intelligenza.
Dio allora ci porta con sé dentro il sogno primordiale, a guardare la vita con gli occhi della creazione sua. Egli non legifera, crea.
Il male originale, anteriore a qualsiasi altro peccato, è la solitudine, e a Lui interessa che nessuno sia soffocato dalle sue spire. Non c'è nessuno che basti a se stesso, nessuno che possa essere felice da solo. Niente fra le cose, neanche il paradiso ci basta.
E allora «gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». "Aiuto", parola dolcissima che trabocca da salmi e profezie, gridata nel pericolo, invocata nel pianto. Molto più di un anelito di speranza, essa indica una salvezza vicina. Eva è per Adamo la benedizione possibile, l’aiuto in cui si riconosce, salvezza “che gli cammina a fianco".
Quello di Dio è un sogno bellissimo e ingenuo: l'amore per sempre. All'inizio è detto che «I due saranno una carne sola». Ma alla fine, la parola ultima non dirà che i due diventano uno, dirà invece che «ognuno diventa due» (Berdiaeff). L'amore ti porterà a vivere due vite, ad assumere quella dell'altro come parte integrante della tua storia. Allora l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto, ecco l’imperativo: non contaminare il sogno di Dio!
Ma questo non avviene con un verdetto che ratifica la fine di un patto nuziale, ma accade a monte, è una lunga tela sottile che si forma lentamente con quei comportamenti duri che spengono l’amore: infedeltà, mancanza di rispetto, offesa alla dignità, essere l’uno sull’altro causa di morte quotidiana, anziché di vita.
La lieta notizia invece è che l’amore è possibile, che può durare oltre, che è capace di un sogno che non svanisce all’alba.
Peccato è tradire il respiro degli inizi, è appiattire un sogno, il sogno Suo.
Il Vangelo termina con l'abbraccio di Gesù sui bambini, con cui colma la sua solitudine e la loro fame d'amore. I bambini sono maestri della fiducia. Loro sì la sanno vivere in pieno come i gigli del campo e gli uccelli del cielo; non hanno maschere, sono spalancati sul mondo e si fidano della vita. Gesù con loro è piccola salvezza vicina e quotidiana, piccola benedizione solenne. I bambini sono cosa sacra. Credono nel sogno dell'amore, come Dio. E Gesù li benediceva, perché nei loro occhi Egli brilla ancora, brilla sempre. Non contaminato.
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