domenica 15 agosto - Maria assunta in cielo - p.Ermes Ronchi
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore (...) Lc 1, 39-56
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Icona del nostro futuro
Il Creatore non spreca le sue meraviglie: anche il corpo è santo e avrà, trasfigurato, lo stesso destino dell'anima. Perché l'uomo è uno.
Il Vangelo presenta l'unica pagina in cui sono protagoniste due donne. Nessun'altra presenza, che non sia quella del mistero di Dio pulsante nel grembo. Nel Nuovo Testamento profetizzano per prime le madri: ogni nascita è infatti profezia.
La festa dell'Assunta ci rassicura sull'esito buono della storia: la terra non finirà fra le spire della violenza; il futuro è minacciato, ma la bellezza e la vitalità della Donna sono più forti di ogni drago rosso, di ogni malattia, violenza, depressione, solitudine, sconforto. Un’ impennata di senso su tutto ciò che accade.
“Vidi una donna vestita di sole, che era incinta”: immagine bellissima della Chiesa, di Maria, di me, piccola ombra sul mondo. Che guida tutti ad essere come quella Donna: portatori di vita, sempre in lotta contro tutto ciò che uccide, vigili contro il grande drago affamato che divora la luce in noi. Ma che non vincerà, perché il mondo è gravido, e non di morte ma di vita.
L'Assunzione di Maria al cielo in anima e corpo è l'icona del nostro futuro, del destino che ci attende; essa intona il canto del corpo annunciando che il Creatore non spreca le sue meraviglie: anche il corpo è santo e avrà, trasfigurato, lo stesso destino dell'anima. Perché l'uomo è uno.
Questo corpo così fragile e caro, così dolente e gioioso, nido d'amore e talvolta di violenza, sarà, un giorno, trasparenza di cristallo, sacramento dell'incontro perfetto.
Vergine, anello d'oro del tempo e dell'eterno, tu porti la nostra carne in paradiso e Dio nella nostra carne (D. M. Turoldo).
Anello d'oro, dove il tempo e l'eternità si innestano l'uno nell'altra. Sconfinamento: carne di donna in paradiso, carne di Dio sulla terra.
Il vangelo racconta che "Maria si mise in viaggio, in fretta, verso la montagna". Donna dell'amore che ha sempre fretta e non sopporta ritardi; corre, portata dal futuro che si compie ora, ma guarda già a domani.
Donna in viaggio, sulle tracce di Dio nel prossimo.
In viaggio verso altri, Maria non è mai sola nel Vangelo, è creatura di comunione continua, è nodo di incontri. In viaggio da casa a casa, lascia Nazaret e va: a Ein Karem, dagli sposi di Cana, a Cafarnao, alla camera alta a Gerusalemme, quasi che la sua casa si fosse moltiplicata seguendo il crescere del cuore.
Donna in viaggio, nella gioia e nella trepidazione. Gioia che con Elisabetta si fa abbraccio e danza dei grembi: “Benedetta tu…” Prima parola che prolunga l’irrevocabile promessa di Dio quando in principio “li benedisse” (Gn 1,28). L'inizio di ogni dialogo fecondo è quando dici nel cuore: Dio mi benedice con la tua presenza, possa Egli benedire te con la mia presenza.
Il corpo di Maria si fa salmo e canto e danza: l'anima canta! Lo spirito esulta!
Perché la gioia, come la pace, come l'amore, si vivono appieno solo condividendoli; con il corpo, con gli occhi e le mani, con la voce e le parole.
Maria è la sorella che è andata avanti, danzando. E il suo destino è il nostro, già da ora.
“Poiché il tuo corpo è nella luce
Spera, Maria, la nostra carne oscura...”
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