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Non è tuo fratello?

Data: 01-07-2021, in Commenti al Vangelo

Domenica 4 luglio - p. Ermes Ronchi

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando. Marco 6,1-6

Commento di p. Ermes per i social

Il nostro Dio non nutre rancori, mai! Il Dio respinto si fa guarigione anche solo di pochi. L'amante tradito continua ad amare.

NON E' TUO FRATELLO?

Gesù tornò al suo paese, con i discepoli. E «percorreva i villaggi insegnando». Dapprima la gente si stupiva, nell’ascoltarlo; parole e prodigi immettono un «di più», alla normalità della vita. Poi l’ordinario instaura di nuovo la sua dittatura, e la gente passa in fretta dallo slancio alla diffidenza: da dove gli vengono queste cose? Non da Nazaret. Non da qui! Qui tutto dice: hai il tuo clan, una madre, fratelli e sorelle; questo è il tuo mondo, non ce n’è un altro. Hai un lavoro, la sinagoga e il Libro, questo basta a dare senso alla vita. Cosa cerchi, con il cuore fra le nuvole?

Né la sapienza né i miracoli fecondano la fede; è vero semmai il contrario, è la fede che fa fiorire miracoli.

Che un profeta sia una persona piena di carisma, ce lo aspettiamo. Ma che sia senza cultura né titoli, che vada per botteghe e villaggi, fuori dal magistero ufficiale e al limite del consentito, questo non va bene. Nessun profeta è ben accolto in casa sua, perché l'insegnamento che porta è “diverso”; il figlio di Dio non può avere mani callose. Lì non c'è nulla di sublime, nulla di divino.

Ma lo Spirito vuol fare di ogni casa un tempio. Noi cerchiamo il Dio delle costellazioni nell'infinito dei cieli, quando invece è inginocchiato a terra con le mani nel catino, per lavarci i piedi.

È il figlio del falegname, dicono. Ma la persona non è il suo lavoro, nessuno coincide con esso, il nostro segreto è oltre noi: abbiamo radici di cielo! Gesù cresce in bottega, le sue mani diventano forti e qualche volta si feriscono, il suo naso fiuta la resina, sa riconoscere ogni tipo di legno. Ma al paese scandalizza un Dio dal volto d'uomo, un Verbo nella forma di un corpo sudato. Mentre lo Spirito è creatore, non sai da dove viene e dove va, riempie le vecchie forme e passa oltre, spinge il Maestro a inginocchiarsi ai tuoi piedi, con la brocca in mano; gli mette in bocca parole spiazzanti e mai udite: amate i vostri nemici; tu lascia andare i morti, vieni e seguimi; felici i poveri, sono i principi del Regno; guardate i fiori e non preoccupatevi; guai a voi farisei; se non tornerete piccoli...

Gesù al rifiuto dei suoi, svela il suo candido cuore fanciullo: «Non vi poté operare prodigi, solo impose le mani a pochi malati e li guarì». Il nostro Dio non nutre rancori, mai! Il Dio respinto si fa guarigione anche solo di pochi. L'amante tradito continua ad amare, anche fosse uno solo. L'amore non è stanco dei suoi: è solo stupito.

Come gli abitanti di Nazaret, anche noi rischiamo di sprecare i nostri profeti, livellando tutto verso il basso: è solo un falegname, è il fratello di Ioses, conosco lui e i suoi difetti uno per uno. E così ci precludiamo lo splendore all’epifania del quotidiano, all’eterno che si insinua in ogni creatura. Salviamo lo stupore! E ci scopriremo circondati di profeti.

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