Mercoledì 6 gennaio - Epifania - p. Ermes Ronchi
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme (…) e chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. (…) Mt 2,1-12
OCCHI DI STELLE
A Natale è Dio che cerca l’uomo. All’Epifania, è l’uomo che cerca Dio. Ed è tutto un germinare di segni: come segno Maria ha un angelo, Giuseppe un sogno, i pastori un Bambino nella mangiatoia, ai Magi basta una stella, a noi bastano i Magi. Perfino Erode ha il segno: dei viaggiatori che giungono dall’Oriente, culla della luce, a cercare un altro re.
Perché un segno c’è sempre, per tutti, anche oggi. Spesso si tratta di piccoli segni, sommessi; più spesso ancora si tratta di persone che sono epifanie di bontà, incarnazioni viventi di Vangelo, che hanno occhi e parole come stelle. L’uomo è la stella: «percorri l’uomo e troverai Dio» (S. Agostino). Perché Dio non è il Dio dei libri, ma della carne in cui è disceso.
Come possiamo noi diventare lettori di segni, e non scribi sotto un cielo vuoto? Proviamo a percorrere il cammino insieme ai Magi, come fosse una cronaca dell’anima.
I. Il primo passo lo indica Isaia: «Alza il capo e guarda!». La vita è estasi, uscire da sé, guardare in alto; uscire dal piccolo perimetro del sangue verso il grande giro delle stelle, dalle mille sbarre dietro cui si rinchiude e si illude il Narciso che è in me, verso l’Altro. Aprire le finestre di casa ai grandi venti.
II. Mettersi in strada dietro una stella che cammina. Per trovare Cristo occorre andare, indagare, sciogliere le vele, viaggiare con l’intelligenza e con il cuore. Cercare è già un po’ trovare, ma trovare Cristo vuol dire cercarlo ancora, andando però insieme, come i magi: piccola comunità, solitudine già vinta; come loro fissando al tempo stesso gli abissi del cielo e gli occhi delle creature.
III. Non temere gli errori. Occorre l’infinita pazienza di ricominciare, e di interrogare di nuovo la Parola e la stella, non come fa uno scriba, ma come fa un bambino. Come guarda un bambino? Con uno sguardo semplice e affettuoso.
IV. Adorare e donare. Il dono più prezioso che i Magi possono offrire è il loro stesso viaggio, lungo quasi due anni; il dono più grande è il loro lungo desiderio. Dio desidera che abbiamo desiderio di lui.
«Per un’altra strada ritornarono al loro paese». Anche il ritorno a casa è strada nuova, perché l’incontro ormai ti ha fatto nuovo: «Cercatore verace di Dio è solo chi inciampa su una stella, scambia incenso ed oro con un ridente cuore di bimbo e, tentando strade nuove, si smarrisce nel pulviscolo magico del deserto…» (D.M.Montagna).