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"Devo fermarmi a casa tua". Storie di strade e di case.

Data: 20-05-2021, in Notizie

Il nuovo libro di Ermes Ronchi

Al tempio Gesù sceglie la casa. E' la preferenza del piccolo, l'economia della piccolezza.

E' l'esodo di Dio tra noi. 

L'autore è p. Ermes Ronchi, e l’ultimo suo libro, fresco d’inchiostro, è nuovo come prospettiva: ci fa guardare Gesù da un’ottica inedita; non nei grandi discorsi o nelle sue parabole affascinanti, ma come sbirciando dalla finestra, mentre sta, mentre parla e agisce nel luogo della vita normale: in una casa.

Il vangelo fotografa Gesù nei suoi tre anni sulle strade, mentre entra in 40 case che hanno storie come le nostre, di festa e di dolore, di albe luminose e di sere piene di stanchezze, quando vorremmo qualcuno che ci accolga con tenerezza e senza giudizio.

La novità di questo libro è un Gesù familiare, di casa, un rabbi a tavola con te, un maestro che si fa discepolo perchè vuole imparare dalla vita autentica.

Come nel giorno in cui il maestro comprende con folgorante chiarezza che la bella notizia lui vuole portarla tutti, e non solo agli ebrei, e a farglielo capire è una donna straniera, che prega un dio pagano; è la mamma delle briciole, la mamma dei cagnolini sotto il tavolo...

In quel momento si apre un mondo a Gesù, grazie a lei!

Oppure quando è incuriosito da Levi, l’esattore odiato da tutti, che sta a testa bassa sul tavolino con la faccia cupa, mentre conta le sue monete. Gesù lo chiama. Vuole conoscerlo, vuole sapere se questo gli basta o se dentro di lui c’è dell’altro che freme per venire alla luce.

O quando viene ripreso da Marta, per due volte. Marta che lo rimprovera di non essere arrivato per tempo a salvare Lazzaro, e perché non spinge la sorella ad aiutarla.

Ma chi mai oserebbe sgridare un rabbi? Sgridare un maestro? Sembra di vederli parlottare, sottovoce, nella cucina di Marta...

L’umanità, bellissima, di Gesù si manifesta nella vita ordinaria, vita polverosa come i suoi sandali consumati, e non nel tempio immacolato e perfetto. Perché al tempio Gesù preferisce sempre la casa.

Il Titolo "Devo fermarmi a casa tua" sembra quasi pesante: Gesù si autoinvita quasi con prepotenza da Zaccheo, ma si invita in casa, e non in sinagoga a pregare.

Zaccheo sono io, io che pieno di gioia volo giù dall'albero. La sua casa è la mia, ed è lì che Gesù vuole entrare, nei giorni di festa e in quelli della prova.

I giorni di tutti, i giorni di sempre. Perché è il Dio innamorato di normalità, che ama le porte aperte...la porta che segna un limite ma che invita con coraggio ad oltrepassarlo.

Viene nella mia casa, a dare e a ricevere, perché il messaggio del vangelo dev'essere vero lì, nelle case, e non nelle chiese; nel vivere ordinario, nel mio quotidiano e nel tuo.

Ecco allora l’opportunità di fare un po’ di strada con Gesù, entrare e uscire dalle case di Galilea e di Betania, case pagane e case osservanti, con queste pagine leggere; e siamo certi che Gesù, il rabbi che amava in banchetti, sarà sicuramente felice di stare con noi.

Caterina Peruzzo

online e in libreria - di Ermes Ronchi